EVENTO NON PREVISTO :


A proposito di tolleranza affettiva di una normale famiglia italiana.

In un noto ed affollato supermercato ho assistito ad una situazione che mi ha negativamente emozionato.

Due donne e un bambino di circa 4 anni una la madre e una la nonna paterna : la nonna cerca di accarezzare il nipotino con affetto, la madre prima strattona il passeggino con il figlio, poi urlando parolacce indicibili cerca di colpire la nonna, che cercando di difendersi le ricorda di essere la nonna.

NON HO PAROLE E VOI?

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2019-11-28 10.20.51

Così Beppe Grillo fermò i ministri nel processo a Di Maio (salvando M5S e governo):

Beppe Grillo è stato costretto a intervenire, perché la scorsa settimana stava per saltare tutto: il Movimento, il governo e forse anche la legislatura. Pochi giorni prima che il fondatore di M5S arrivasse a Roma, infatti, si era tenuto un incontro durante il quale il sottosegretario alla Presidenza Fraccaro e il Guardasigilli Bonafede avevano apertamente puntato l’indice contro Di Maio, additato per aver accumulato troppi errori e troppi incarichi.

Al termine di un autentico processo politico, imbastito alla presenza dei maggiorenti grillini — dal ministro Spadafora, alla Taverna, a Di Battista — Di Maio aveva rinfacciato ai suoi accusatori di averlo offeso personalmente, con toni violenti ed espressioni ritenute ingiuriose: di fatto, sciolta la riunione, la delegazione 5S al governo non esisteva più. Così, per quanto possa apparire paradossale, l’uomo del «vaffa» ha dovuto interpretare il ruolo dello «stabilizzatore», si è assunto cioè l’onere di placare gli animi nel Movimento e di tranquillizzare — incredibile ma vero — Zingaretti, prima di adottare in pubblico le parole che i dorotei usavano solo nei colloqui riservati: «Non rompete più i c…». Ma Grillo è consapevole che il cessate il fuoco avrà una durata limitata, perché a dividere M5S è un problema culturale che non potrà essere sempre risolto utilizzando categorie pre-politiche: il suo «volemose bene» basterà per un po’ a sedare le tensioni, non a cancellarle. E sarebbe un errore derubricare le divergenze a questioni di governo e di potere, con il blocco «contista» da una parte e la fronda «anti-contiana» dall’altra. Anche se è talmente sensibile la materia, da aver imposto ieri al portavoce del premier di smentire manovre di Conte contro il leader dei grillini.

Per quanto il Pd tifi per questa soluzione, e lo sussurri pure.

Se regge l’equilibrio, è perché (per ora) nel Movimento Di Maio non ha alternative, e anche perché (per ora) Di Maio non vede alternative. Tuttavia è evidente quale sarebbe la sua linea: basta mettere in sequenza la sparata contro il Mes, l’affondo contro Renzi sui fondi alla politica e il pressing per approvare la prescrizione. «Cerca pretesti», secondo i democratici. O, per dirla con il vice segretario pd Orlando, perché «non ha più niente da perdere». Insomma, il cuore porterebbe Di Maio da un’altra parte, al punto che la Meloni si è stufata dell’andazzo e l’ha messo in piazza: «Salvini dica chiaramente “mai con i grillini”». E Salvini candidamente ha risposto: «Mai con i grillini alleati del Pd». «Qualcosa è rimasto tra Luigi e Matteo», ammette un autorevole esponente 5S, e non è solo la chat di Whatsapp rimasta aperta.

Stretto nella morsa del bipolarismo, Di Maio prova a resistere evocando la «terza via». Ma in prospettiva M5S sembra la Polonia del ‘39, vittima predestinata delle mire di Pd e Lega che vorrebbero spartirsi ciò che resta del Movimento: nei suoi sondaggi riservati non va oltre il 10%. In questa situazione, regola politica vorrebbe che i grillini si aggrappassero al governo come roccaforte. Però siccome coi cinquestelle le regole della politica non valgono, proprio tra i cinquestelle c’è chi teorizza che l’esecutivo «potrà arrivare fino a primavera». Le urne sarebbero il regalo più bello per Salvini, che non può certo stare tre anni ad aspettarle senza correre il rischio di logorarsi. E nel Pd monta il pessimismo: d’altronde fino a quando Conte potrà resistere a palazzo Chigi, nascondendosi dietro le emergenze? Perché con l’emergenza ligure è riuscito a distogliere l’attenzione dall’emergenza Venezia, che aveva distolto l’attenzione dall’emergenza Alitalia, che aveva distolto l’attenzione dall’emergenza Ilva… Che travaglio. E mettere anche l’emergenza Conte sulle spalle di Grillo sarebbe eccessivo: il fondatore di M5S può limitarsi a un appello, non può curarsi dei dettagli politici quotidiani. E il diavolo si annida lì. Ma non tutto è perduto, anzi per il ministro Speranza c’è speranza, e le Sardine starebbero dando un grande contributo, siccome «in quelle piazze c’è anche gente grillina, che spinge a un’intesa tra le forze democratiche». Così il Movimento verrebbe sospinto da un altro movimento. Forse.

Articolo preso da : https://www.corriere.it/politica/19_novembre_27/cosi-beppe-grillo-fermo-ministri-processo-di-maio-salvando-m5s-governo-ff5763e6-108f-11ea-8237-5100dbaddf11_amp.html