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Nuovo anno:

Cosa posso dirvi per aiutarvi
a vivere meglio in questo anno?
Sorridetevi
gli uni gli altri;
sorridete a vostra moglie,
a vostro marito,
ai vostri figli,
alle persone con le quali lavorate,
a chi vi comanda;
sorridetevi a vicenda;
questo vi aiuterà a crescere nell’amore ,
perché il sorriso è il frutto dell’amore”.

Di Madre Teresa di Calcutta.

 

Foto presa da : https://www.google.com/search?q=madre+teresa+di+calcutta&client=ms-android-samsung&prmd=ivn&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwiZt7HiiMrfAhUJ11kKHRFaDHgQ_AUoAXoECA0QAQ&biw=360&bih=616&dpr=3


Foto di Girosblog

Solo l’uomo:

Io attraversai le ostili

cordigliere,

tra gli alberi passai a cavallo.

L’humus ha lasciato

sul suolo

il suo tappeto millenario.

Le cime degli alberi si toccano,

nella tremante comunione.

Sotto, la selva è oscura.

Un breve volo, un grido,

gli uccelli del freddo,

le volpi dalla coda elettrica,

gli uccelli dalla coda elettrica,

una grande foglia che cade,

e il mio cavallo calpesta il morbido

letto dell’albero addormentato,

ma sotto la terra

gli alberi di nuovo

si conoscono e si toccano.

La selva è una sola,

una sola manciata di profumo,

una sola radice sotto la terra.

Gli spilli mi pungevano,

le pietre dure ferivano il mio cavallo,

il gelo frugava sotto i miei abiti logori

cercando il mio cuore per cantare e assopirlo.

I fiumi che nascevano

davanti ai miei occhi scorrevano veloci

e volevano uccidermi.

D’improvviso un albero ostacolava il sentiero

come se si fosse

messo a camminare e allora

l’avesse abbattuto

la selva, e stava lì

grande come mille uomini,

con la sua chioma folta,

pullulante d’insetti

fradicio di pioggia,

ma dalla morte

voleva fermarmi.

lo saltai l’albero,

lo feci a pezzi con l’ascia,

accarezzai le sue belle foglie come mani,

toccai le potenti

radici che molto più di me

conoscevano la terra.

lo scavalcai l’albero,

attraversai tutti i fiumi,

la schiuma mi portava,

le pietre mi mentivano,
l’aria verde che produceva

gioielli a ogni istante

aggrediva la mia fronte,

bruciava le mie ciglia.

lo attraversai le alte cordigliere

perché con me un uomo,

un altro, un uomo

camminava al mio fianco.

Non venivano gli alberi,

non scorreva con me l’acqua

vertiginosa che volle uccidermi,

né la terra ispida.

Solo l’uomo,

solo l’uomo era con me.

Non le mani dell’albero,

belle come volti, né le gravi

radici che conoscono la terra

mi aiutarono.

Solo l’uomo.

Non so come si chiama.

Era povero come me, aveva

i miei stessi occhi, e con quelli

apriva il sentiero

perché un altro uomo passasse.

Ed eccomi qui.

Per questo esisto.

Credo

che non ci uniremo lassù in cima.

Credo

che sotto la terra niente ci aspetti,

ma sulla terra

andiamo insieme.

La nostra comunione è sulla terra.

Di Pablo Neruda.

Testo in lingua spagnola:

Yo atravesé las hostiles
cordilleras,
entre los árboles pasé a caballo.
El humus ha dejado
en el suelo
su alfombra de mil años.

Los árboles se tocan en la altura,
en la unidad temblorosa.
Abajo, oscura es la selva.
Un vuelo corto, un grito
la atraviesan,
los pájaros del frío,
los zorros de eléctrica cola,
una gran hoja que cae,
y mi caballo pisa el blando
lecho del árbol dormido,
pero bajo la tierra
los árboles de nuevo
se entienden y sé tocan.
La selva es una sola,
un solo gran puñado de perfume,
una sola raíz bajo la tierra.

Las púas me mordían,
las duras piedras herían mi caballo,
él hielo iba buscando bajo mi ropa rota
mi corazón para cantarle y dormirlo.
Los ríos que nacían
ante mi vista bajaban veloces
y querían matarme.
De pronto un árbol ocupaba el camino
como si hubiera
echado a andar y entonces
lo hubiera derribado
la selva, y allí estaba
grande como mil hombres,
lleno de cabelleras,
pululado de insectos,
podrido por la lluvia,
pero desde la muerte
quería detenerme.

Yo salté el árbol,
lo rompí con el hacha,
acaricié sus hojas hermosas como manos,
toqué las poderosas
raíces que mucho más que yo
conocían la tierra.
Yo pasé sobre el árbol,
crucé todos los ríos,
la espuma me llevaba,
las piedras me mentían,
el aire verde que creaba
alhajas a cada minuto
atacaba mi frente,
quemaba mis pestañas.
Yo atravesé las altas cordilleras
porque conmigo un hombre,
otro hombre, un hombre
iba conmigo.
No venían los árboles,
no iba conmigo el agua
vertiginosa que quiso matarme,
ni la tierra espinosa.
Sólo el hombre,
sólo el hombre estaba conmigo.
No las manos del árbol,
hermosas como rostros, ni las graves
raíces que conocen la tierra
me ayudaron.
Sólo el hombre.
No sé cómo se llama.
Era tan pobre como yo, tenía
ojos como los míos, y con ellos
descubría el camino
para que otro hombre pasara.
Y aquí estoy.
Por eso existo.


Di Girosblog

Vecchio tram il Duo Fasano che hanno partecipato al Festival di Sanremo del 1952 .

Testo :

Vecchio tram,
che al giunger della sera
verso la periferia te ne vai,
tu mi metti in cuore tanta poesia,
quando arrivi con quel lento traballar…
Vecchio tram,
che sferragliando passi,
quante cose ci potresti raccontar…
D’ogni strada tu conosci ormai la storia,
sei di tutti un po’ l’amico, vecchio tram.
Sei l’amico delle coppie innamorate,
che a sognar vanno fuori di città.
Sei l’amico di chi, stanco dal lavoro,
se ne torna verso il proprio casolar…

Vecchio tram,
che al giunger della sera
verso la periferia lento vai,
tu mi metti in cuore tanta poesia
e perciò ti voglio bene, vecchio tram!

Vecchio tram,
che lentamente vai!

 


Girosblog

 Il tramonto è un momento della giornata che mi ha sempre affascinato per i suoi colori e per quel velo di malinconia che porta con sé.

È impossibile spiegare le preferenze umane. Anche se costruiti con materiali assolutamente identici, ed entrambe bellissimi (nessuno può dire quale dei due è più bello), il sole che tramonta ha sempre avuto, ed ha, più pubblico di quello che sorge.

Di Millôr Fernandes.


hobby

Tutti gli hobby sono così: sono tutti modi e strategie per fuggire da se stessi.
Io sono assolutamente estatico con me stesso.

Essere solo, essere, senza fare nulla, è un’esperienza così profonda che, una volta assaporata,

porta ad accantonare tutte quelle stupide attività chiamate hobby.
Di Osho.

                                   


Girosblog

LA MADRE:

E il cuore quando d’un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d’ombra
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.

Di GIUSEPPE UNGARETTI.


Le montagne

Montagne care, voi non mi mentite:

Montagne care, voi non mi mentite 
non mi mandate via,né mai fuggite.
Quegli occhi sempre fissi sempre uguali 
mi guardano lontani, viola, lenti 
quando fallisco o fingo, o quando invano
mi attribuisco titoli regali.

Mie potenti madonne, sotto il colle,
abbiate cara la monaca riottosa
che si dedica a voi completamente.
Il suo ultimo gesto di pietà
quando il giorno svanisce su nel cielo 
è levare lo sguardo verso voi.

Di Emily Dickinson.


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Foto prese da:https://m.facebook.com/profile.php?id=100012219870144&ref=content_filter

Jean-Jacques Savin, 71 anni, di Bordeaux, ex paracadutista, ha preso il largo mercoledì da El Hierro, alle isole Canarie.

Direzione: Caraibi. Dentro una capsula di compensato rivestita di resina.

É un involucro di 3 metri di lunghezza e 2 di diametro dotato di una zona cucina e di un materasso con cinghie per resistere in mezzo alle onde, tutto progettato dallo stesso Savin.

Video preso da: https://m.youtube.com/watch?v=3N5pNPtGnHQ

Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia.

Di ERASMO DA ROTTERDAM.


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Intreccio di anime:

Ti ho sempre cercata,
persino prima della mia nascita.

Ti ho sempre voluta,
anche senza mai conoscerti.

Dopo tante morti e nascite,
ti ho trovata tra migliaia di anime.

Sei l’altra metà della mia mela,
una parte di me che mi mancava.

Ed ora siamo una cosa sola,
tu in me ed io in te, per sempre.

Di Jean Paul Malfatti.


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Foto presa da :

https://www.google.com/search?q=pernigotti&client=ms-android-samsung&prmd=nisv&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwi98LLujsLfAhUIGuwKHSeDAQAQ_AUoAnoECA0QAg&biw=360&bih=560

Video da : http://www.pernigotti.it/it/

Nel 1914 con l’inizio della I Guerra Mondiale viene proibito l’uso dello zucchero nella preparazione di prodotti dolciari. Con intuizione e maestria Paolo Pernigotti modifica la ricetta del Torrone sostituendo lo zucchero con quantità di miele più concentrate
Leggi tutto..

 


TERREMOTO CATANIA

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/26/terremoto-a-catania-leruzione-delletna-a-distanza-ravvicinata-dal-cratere-il-video-a-2900-metri/4859071/

Le immagini, come ha spiegato l’autore, sono state girate a 2900 metri di quota, a distanza ravvicinata da uno dei crateri in attività dell’Etna. L’eruzione del vulcano e lo sciame sismico del 24 dicembre hanno anticipato le più forti scosse registrate questa notte: la più intensa, di magnitudo 4.8, ha causato danni e feriti nei comuni del Catanese.


LA BELLA SIGNORABELLA SIGNORA:

Bella signora
oggi siamo qui riuniti
per seppellirla in questo poema.
lei non sposò un barbone lavativo
che ogni sera
la menava.
i suoi bambini mai indossarono
camicie scaccolate
o vesti rattoppate.
morì
semplicemente
tranquillamente
la bella signora.
e possa ricoprirla
la pura terra
del mio poema.
ricoprire lei e il suo grembo
e i suoi gioielli
e i suoi fermagli
e le sue poesie
e i suoi occhi d’un bel blu pallido
e il suo
ricco
spaventato
marito
dai denti perfetti.

Di Charles Bukowski.


 

LA NEBBIA
LA NEBBIA

 

Le piú belle poesie sulla nebbia.

LA NEBBIA:

La nebbia, i confini persi, le cose che se le lanci spariscono nel nulla, io e te che quasi non ci vediamo mentre camminiano.

Forse a pochi metri dal nostro naso c’è un’astronave pronta a portarci in un’altra galassia e non ce ne accorgiamo neanche.
Di Fabrizio Caramagna.

***

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l’altro,
Ognuno è solo…
Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l’altro,
Ognuno è solo.
Di Hermann Hesse.

***

Dopo tanta nebbia a una
a una
si svelano
le stelle.
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
Di Giuseppe Ungaretti.


 

Dolly Parton

Dolly Parton nata il 19 gennaio 1946 ha 72 anni

È forse la più formidabile cantante country di sempre, nonché autrice.

I Will Always Love You testo:

Film : Un cappotto di mille colori 2015

Un cappotto di mille colori è il racconto della vita della celebre cantautrice Dolly Parton, regina americana della musica country.

Un viaggio intimo nell’infanzia della diva, vissuta sulle grandi montagne fumose del Tennessee con la famiglia, tra enormi difficoltà economiche e il dolore per la nascita e la morte prematura di un fratellino.

Una famiglia forte, che è riuscita a superare tutto grazie soprattutto al potere curativo dell’amore e della fede in “Dio”.

Un bellissimo film da vedere anche il giorno di Natale seduti vicino al camino con una tazza di cioccolata calda.

Auguri di Buon Natale e felice Anno nuovo.🎄🌠


BUON NATALE A TUTTI :

 

 

Buon Natale è il singolo tratto da “ACQUA DI NATALE” il nuovo disco di ENZO IACCHETTI pubblicato per sostenere l’AMREF nella costruzione di una diga in Kenya.

Testo della canzone:

Buon Natale a te che vieni dal NORD
Porta in dono la serenità
Cogli al volo l’opportunità
Di sentire qualcosa dentro te.
Buon Natale a te che vieni dal MARE
Apri il cuore a chi non ce l’ha
Anche a chi, per colpa del male,
Non la smette di fare la guerra che fa.

A chi ha scritto le canzoni, a chi ridere ci fa
A chi sbaglia le opinioni e che si correggerà
A chi non ha molti amici che gli amici troverà

Buon Natale, Buon Natale.
Buon Natale a te che vieni dal SUD
Porta il sole a chi non ce l’ha
Il profumo e il colore del mare
Che ci ispira la felicità.
Buon Natale a te che vieni dal FREDDO
Porta un po’ d’aria nella mia città
Il coraggio di un bell’ideale
Per non essere buoni solo a Natale.

A chi vive senza condizioni, a chi sente la libertà
A chi stringe le tue mani e che sempre stringerà
Buon Natale a chi non mente perché gli occhi belli avrà
Buon Natale, Buon Natale. BUON NATALE A TE CHE VIENI DAL NORD
BUON NATALE A TE CHE VIENI DAL SUD
BUON NATALE A TE CHE VIENI DAL MARE
BUON NATALE ANCHE A CHI NATALE NON FA.

Buon Natale a te che vivi LONTANO
E parlarti fatica un po’ si fa
Prova allora a spedirci un pensiero
E un sorriso sicuro arriverà!
A chi aspetta alle stazioni, a chi il biglietto non ce l’ha
A chi viaggia dentro ai sogni e dove arriva non si sa
Buon Natale a tanta gente perché si sopporterà
Buon Natale, Buon Natale, Buon Natale, Buon Natale.


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Il cielo è uno spazio misterioso in continua mutazione tra giorno e notte. ha sempre affascinato scrittori, artisti, musicisti e filosofi.

Pensando al cielo mi sono venute in mente alcune delle più belle poesie :

È in un tramonto che il cielo disegna le sue più belle sfumature.                           Di Consuelo Accornero.

▪▪▪○▪▪▪

Sotto un cielo di pioggia l’amore abbraccia l’essenza di un’emozione.

Di Francesca Bastone.

▪▪▪○▪▪▪

Il tempo ci rapisce, e il cielo e’ solo

Il tempo ci rapisce, e il cielo è solo
anche di queste rondini che il volo
intrecciano, pericolosamente,
come chi va cercando nella mente

qualche nome perduto… e il ritrovarlo
nemmeno conta, poiche’ ormai è già sera.
Eh si! s’invecchia, e ritorna più vera
la vita che già fu, rosa da un tarlo…

un tarlo che la monda. E vien la sera.
E i pensieri s’intrecciano, e le rondini.
E non siamo più noi; siamo i profondi
cieli dell’esistenza, ahi come intera

e profondissima, cupa, nel suo indaco.

Di Carlo Betocchi tratto da L’estate di San Martino.

▪▪▪○▪▪▪

Come un dio dagli enormi occhi azzurri e dalle forme di neve,

il mare e il cielo attirano sulle terrazze di marmo la folla delle giovani e forti rose.   

Di Arthur Rimbaud.


BUON NATALE A TUTTI
BUON NATALE  A TUTTI

Il mago di Natale di Gianni Rodari:

S’io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l’alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all’Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po’ di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.

Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.

In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d’ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an’roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s’intende.

In piazza San Cosimato
faccio crescere l’albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l’albero del panettone
in viale Buozzi
l’albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.

Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all’albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?

Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.

Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.

Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.

Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l’albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.

Però non lo sono
che posso fare?

Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.


Girosblog
LE NUVOLE 

Poesia di FABRIZIO DE ANDRÉ “Le nuvole” del 1990.

Vanno vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio

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Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri

Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore

Vengono vanno ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai

Vanno vengono
per una vera mille sono finte
e si mettono lì tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

 

Le ordinanze in varie città italiane:


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Molte città si mobilitano e vietano lo spray al peperoncino a Capodanno.

Multe fino a 500 euro per chi, la notte di Capodanno, sarà trovato in possesso di una bomboletta di spray al peperoncino o spray urticante. Di fatto, non ne sarà punito solamente l’utilizzo non consono e spregiudicato, ma anche il solo possesso farà scattare il sequestro e una sanzione salatissima.

VOI COSA NE PENSATE ?